6.000 km tra Europa e Asia, alla scoperta della Cappadocia


Data inizio: 18-06-2025 - Data Fine: 18-08-2025


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Fai della Paganella, chilometro zero. Il motore della nuova Dacia Bigster ronza impaziente: destinazione Cappadocia, cuore pulsante dell'Anatolia. Inizia così un viaggio epico di oltre 6.000 km, un'avventura su quattro ruote tra vallate scolpite dal vento, formazioni rocciose surreali e panorami che sembrano usciti da un sogno.

Nel cuore dell'Europa. La Bigster che stiamo guidando è la 1.2 TCe mild hybrid da 131 CV, dotata di trazione integrale. Con il selettore di guida impostato sulla modalità Eco, la Suv procede fluida sulle autostrade che ci portano verso Oriente. Prima tappa: Slovenia, poi Croazia, Serbia e una notte a Belgrado. In Bulgaria, ci accoglie il massiccio del Musala (2.925 m), la vetta più alta dei Balcani. Il Monastero di Rila, con i suoi affreschi e la sua architettura monumentale, è una sosta obbligata. Da lì, un trekking ci porta in cima al Musala: neve a maggio, cielo terso e un panorama che toglie il fiato.

Si comincia a fare sul serio. Superato il confine turco – pratiche rapide e un doganiere incuriosito dal bagagliaio colmo – entriamo in un mondo sospeso tra storia e leggenda. Istanbul ci saluta con il suo ponte sul Bosforo: alle spalle l'Europa, davanti a noi l'Asia. Sulla Bigster viaggiamo comodi, su sedili ampi e ben rifiniti, con il climatizzatore impostato su 20 gradi. Attraversiamo Ankara e puntiamo dritti verso il Tuz Gölü, il grande lago salato che annuncia l'ingresso in Cappadocia. Qui la natura dà spettacolo: torri, guglie e pinnacoli modellati da millenni di eruzioni vulcaniche e agenti atmosferici. L'uomo ha fatto il resto, scavando abitazioni e intere città sotterranee nella roccia. Un paesaggio che pare uscito da un racconto mitologico. Con la trazione 4x4 inserita, la Bigster affronta senza esitazioni i sentieri innevati che si arrampicano sui fianchi dei vulcani Erciyes Dagi e Hasan Dagi. I 130 CV del TCe ben gestiti da un cambio a 6 marce con prima corta, bastano per superare con disinvoltura pendenze anche importanti. Dall'alto, lo spettacolo è totale: Göreme, Ürgüp, Avanos e decine di mongolfiere colorate che ogni mattina solcano il cielo.

Tra gli dei, prima del ritorno. La Cappadocia è un incanto: camini delle fate, chiese rupestri, città sotterranee. Un luogo dove natura e ingegno umano si fondono in un capolavoro senza tempo. Ma il viaggio non finisce qui. La Bigster ci porta in Grecia, ai piedi del Monte Olimpo. Da Olimpia si sale fino a 1.800 metri per un trekking tra le nuvole, in compagnia – idealmente – di Zeus. Poi il Canyon di Vikos, con le sue gole vertiginose, e infine Meteora: torri di roccia che sfidano il cielo, sormontate da monasteri sospesi nel vuoto. Un fuori programma imperdibile. La discesa verso il porto di Igoumenitsa è dolce, accompagnata dal silenzio dell'ibrido e da un tramonto infuocato. Il traghetto ci riporta ad Ancona, e da lì gli ultimi 500 km chiudono il cerchio di un viaggio che è stato molto più di una prova su strada. Robusta, spaziosa, parca nei consumi, confortevole anche su strade difficili, la Bigster ha affrontato con sicurezza autostrade, passi montani, sterrati innevati e canyon tortuosi, confermandosi una compagna d'avventura solida e affidabile.




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